Il deambulatore per gli anziani? Ma anche no...

Il deambulatore nella stenosi lombare, come il dr. Lavanga sistema questo problema
Il deambulatore nella stenosi lombare, come il dr. Lavanga sistema questo problema

Sì, oggi parliamo proprio del deambulatore, quel simpatico attrezzo che permette agli anziani di aiutarsi nel cammino che per varie cause si altera. 

Quando viene a mancare l'equilibrio, la forza negli arti inferiori, esso diventa un ausilio indispensabile.

Probabilmente anche tu molte volte hai pensato " è normale, è la progressione della vita!"

 

Siamo sicuri che non ci sia alternativa?

 

Ecco molto spesso i pazienti che utilizzano il deambulatore soffrono di patologie periferiche che non hanno origine centrale, ovvero la corrente che si genera dall'area motoria del cervello arriva in maniera corretta e solo perifericamente soffre di un deficit, questo perchè il canale si stringe creando appunto "stenosi" e generando la patologia del "canale stretto". 

 

Come abbiamo più volte visto il canale spinale è assimilabile a un filo della corrente che è rivestito dal suo isolante, il legamento giallo. Tale isolante nel corso della vita può ispessirsi fino a non lasciar passare neanche un po' di corrente utile alla contrazione della muscolatura delle gambe. Ciò non di meno possono associarsi altre alterazioni che la natura mette in moto per proteggere tali nobili strutture come l'ipertrofia delle articolazione coinvolte " le faccette articolari" e il deposito di osteofiti che distribuiscono meglio la pressione e irrigidiscono il sistema per evitare una precipitazione della degenerazione. 

 

 

I pazienti che usano il deambulatore si sentono più sicuri?!

 

Ma perchè? Ovviamente perchè non cadono e non lo fanno perchè i si appoggiano a questa struttura. E allora il sano perchè non cade? Perchè i meccanismi di controllo lavorano bene, ovvero gli organuli della propriocezione siti nei tendini, nella pelle ma soprattutto il cervelletto lavora nella maniera migliore. Per fare ciò è necessario che il sacco durale e il secondo motoneurone siano approvvigionati correttamente dal sangue in loco e pertanto in caso di profondo schiacciamento è molto difficile agire alternativamente. 

 

Inoltre il paziente che utilizza tali presidi spesso non viene educato su come farlo. Non curante della lordosi lombare assume posture inadatte alla conservazione di un profilo normale, si cristallizza in tali posizioni e prosegue l'abitudine che apprende. 

 

I miei pazienti, vengono edotti di queste situazioni e capiscono che la salute passa attraverso anche l'educazione in materia medica. 

 

La "decompressione lombare" è frutto di queste conoscenze. Il legamento giallo perde la sua funzione diventando ipertrofico, a volte calcifico e pertanto tenda a creare ipossia locale.

Immagina di rimanere "strozzato" per 30 secondi....lo stesso accade alla radici del plesso lombare L3, L4, L5 per mesi, anni in maniera continua e progressiva. 

Questo può peggiorare se esiste anche una variazione meccanica dell'orientamento delle vertebre: su un piano laterale (spondilolistesi), su un piano frontale (scoliosi). 

 

Il mio intento è far capire ai pazienti che l'obiettivo dei miei interventi è molteplice:

  • stabilizzare la colonna instabile
  • togliere il legamento giallo in esubero e dare "aria" al canale spinale
  • dare vita al plesso lombare che quindi regola funzioni come il sudore e il trofismo della cute degli arti inferiori
  • migliorare il dolore e la sensibilità negli arti inferiori
  • aumentare l'autonomia della marcia che è alterata per faticabilità del nervo e non del muscolo 
  • migliorare l'equilibrio per ripresa dei feedback inibitori 
  • migliorare la funzionalità orto e parasimpatiche (stasi intestinale e controllo sfinterico)

Tutto questo è possibile con l'artodesi lombare e la decompressione che vengono realizzate sotto guida TC quando possibile e con l'ausilio della visione ingrandita del microscopio intra-operatorio.  

 

Ormai sempre più spesso sentiamo parlare di IV età. Arrivati a 70 anni, io credo che possa essere giunto il momento per avere i propri spazi. Avere delle limitazioni di questo genere perchè esiste la credenza che tutto questo sia "normale", non mi pare che corrisponda a realtà. 

Sempre più pazienti migliorano la propria autonomia della marcia e si liberano definitivamente delle parestesie degli arti inferiori rimanendo solamente 48 ore nel mio reparto e tornando il giorno dopo a camminare per reimparare a camminare. 

 

Si certo "reimparare"! Perchè come un bambino inizia a sviluppare le capacità per camminare circa a 12 mesi, così il paziente che subisce questo intervento dopo deve dedicarsi a camminare correttamente per attivare tutti quei meccanismi utili al controllo periferico. 

 

Quando avrai eseguito la tua elettromiografia, portamela da vedere ....se hai eseguito già l'intervento e vuoi vedere quanto sei migliorato, puoi eseguirne un'altra (solo a scopo goliardico) per valutare la tua "latenza". Si in effetti, parliamo di rallentamento della conduzione. Così come un pc che è connesso a un altro pc ha una latenza, così anche la corrente che passa nei nervi può essere misurata. 

La stenosi lombare, la radicolopatia e i danni assonali rallentano tale parametro, ma appena  vengono liberati dalla decompressione, dalla laminectomia o dalla distrazione dei metameri, tale parametro migliora, fino a far tornare le "velocità di conduzione" nella norma. 

 

 

Se non ti sono chiari alcuni termini o vuoi saperne di più, scrivimi su Whatsapp.

 

 

Torna a camminare, meglio di prima. 

Da Lainate, è tutto

 

 

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